Leggendo il Giornale di Vicenza di oggi, Marco Zorzanello si rode per l’invidia.
L’AVVENTURA. Maurizio De Rossi, 58 anni, sull’Himalaya con un mezzo molto particolare
In India con l’Ape car
impresa di un vicentino
di Gian Maria Maselli
Il vicentino Maurizio De Rossi ha cinquantotto anni ma è ancora un
ragazzo terribile. Qualche anno fa ha fatto un giro dell’India in
motocicletta, che come biglietto da visita parla da solo: «Non solo non
avevo mai inforcato una moto prima – racconta De Rossi – ma non avevo
nemmeno la patente». Ecco uno che da pensionato di certo non s’annoia.
E che per non perdere il vizietto dell’avventura quest’anno ha deciso
di partecipare a “The Rickshaw Run to Himalaya”, 4mila chilometri in
Ape lungo l’India del Nord, per strade la cui qualità va dal disastrato
all’inesistente.
L’avventura è iniziata il 23 giugno scorso e ha
portato il “nostro” De Rossi da Calcutta a Leh. Tre settimane passando
per jungla ed aridi altipiani, fino ad attraversare la catena
dell’Himalaya, scalando passi che raggiungono i 4mila metri.
In
questa impresa il vicentino ha avuto come compagno di viaggio Gianni
Maiocchi, milanese di 33 anni, che malgrado l’invalidità all’80%
(dovuta a una fatale caduta in deltaplano), ha trascinato De Rossi
nell’avventura a bordo di uno scalcagnato Rickshaw. che poi altro non è
che un risciò a motore, velocità massima 55 km/h, parente stretto di
quello che in Italia chiamiamo Ape taxi.
«Abbiamo modificato il
nostro mezzo con delle pellicole di cellophane per ripararci dalle
piogge monsoniche – racconta De Rossi- e avevamo con noi un piccolo kit
per le riparazioni. Siamo andati all’avventura, in una stagione
sconsigliata da tutti tour operator e con le strade ridotte a una
informe fanghiglia. Ma abbiamo potuto contare sull’ospitalità della
gente indiana. Sempre sorridente e generosa, mai invidiosa».
Il
vicentino De Rossi ha fatto così parte dell’unico equipaggio italiano,
il Karmapizza, impegnato a dar battaglia a team formati da inglesi o da
indiani trapiantati in Inghilterra.
Il tricolore ha ben figurato in
questa terrificante gara , portata a termine tra difficoltà di vario
genere: «per fare 120km ci mettevamo anche 7 o 8 ore. Una volta siamo
rimasti …impantanati in autostrada. Un’altra volta il monsone ci ha
colti sulle montagne. Abbiamo fatto zig zag tra buche che potevano
ospitare un ippopotamo, e a un certo punto si è rotta la cinghia
dell’Ape. L’abbiamo riparata con un elastico» racconta De Rossi.
“The
Rickshaw Run to Himalaya” ha anche scopi benefici: i proventi saranno
devoluti a Mercy Corps, associazione candidata al Nobel per la Pace e
che in India si occupa di sanificazione di pozzi d’acqua, attualmente
nel distretto del Darjeeling, dove l’ottanta per cento delle malattie
che colpiscono i bambini è dovuto alla scarsità ed alla contaminazione
dell’acqua potabile.