Ammirato per lo stile letterario dell'autore, pubblico questa lettera apparsa sul Giornale di Vicenza odierno:
Il caso di Bolzano Vicentino. «Le eventuali irregolarità interne erano state compiute dopo che era stata ottenuta l’abitabilità»
«Sono solo afrodisiache follie»
C’è un adulto incompleto che sta sventagliando, a Bolzano Vicentino, lettere anonime in merito alla nota vicenda che riguarda i soppalchi, costruiti nell’ultimo piano di alcune recenti lotizzazioni. Sono centinaia di missive che rompono i confini del pensiero tra ipocrisie e ambiguità mettendo alla gogna alcune persone nel tritacarne mediatico, come se i barbari abitassero qui.
Sembra quasi che questo pasdaran sia alla ricerca di una missione per ripulire la società nella cultura della legalità, come fosse un gossip. Rammento che in quegli appartamenti, nella quasi totalità, vivono giovani coppie che hanno impegnato la loro vita, tirando la cinghia, accendendo mutui ultraventennali e “ampliando” lo spazio interno di qualche decina di metri per le esigenze famigliari.
È bene sottolineare che il volume esterno delle case è regolare e che le eventuali irregolarità interne erano state compiute dopo che il Comune aveva dato l’abitabilità, oppure dopo che la regolarità era stata confermata con l’asseverazione del professionista.
Ora costoro stanno vivendo ore di angoscia per le “afrodisiache follie” di qualcuno, in un’insalata degli equivoci dove non ci sono risposte univoche ai vari perché. Ed è così che nella piramide delle amnesie e delle memorie distratte, si costringe il Comune a fare l’inquisitore, suo malgrado.
Poiché il sottoscritto è stato a capo dell’Amministrazione dal 1994 al 2003 non bisogna essere certo un veggente per intuire che si attaccano delle persone per colpirne delle altre. Non discuto il fatto che sia stato sollevato il problema, ma verifico quel sentimento di qualunquistica perfida diffidenza creata forse ad arte, e che lacera con un’iezione di emotività la popolazione.
Bisogna anche dire che il problema relativo al recupero dei sottotetti è diffusissimo. Si pensi addirittura che in regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Val d’Aosta, la Calabria non è richiesto neppure l’assenso edilizio per costruire un soppalco; si veda a tal proposito “Il Sole 24 ore” del 19 marzo a pagina 47. Altre regioni hanno posto un ginepraio di condizioni e prescrizioni, tanto che le altezze minime stabilite dal DM Sanità del 5/7/1975 per i locali sottotetti sono derogate quasi dappertutto.
Che fare allora? Se io fossi interessato alla cosa, lascerei perdere gli avvocati e la “pseudo giustizia” italiana dove, per avere una sentenza definitiva, trascorrono anche trent’anni, subendo disagi e spese senza fine. Da testimone senza facoltà di parola, auspico una soluzione che superi le mille incognite enfatizzate dalla brezza che già spira violenta, verso le elezioni comunali previste per l’anno prossimo.
È infatti palese a tutti i bolzanesi, che stanno prevalendo i “turbamenti” politici, il buonismo scaltro, le aspirazioni delle vette, nonchè il turbinio delle lusinghe di chi crede sia lecito accattivarsi amici incolpando i nemici. In verità, io penso, che i nemici finiscano per assomigliarsi trasformando una parte dello stesso nemico in noi stessi verso tutto e tutti.
Non bisogna dimenticare che la saggezza viene dal cuore e non dalle spavalderie intellettuali e dalle contorsioni dialettiche. È opportuno, a mio avviso, lasciare perdere le miserie umane e le contrapposizioni cercando di essere illuminati nelle decisioni che ovviamente non saranno facili.
Sono convinto e profondamente ottimista che con la buona volontà di tutta l’Amministrazione, opposizione compresa, sia possibile venire incontro in modo tangibile alle problematiche di questa gente, non creando diaspore futili, facendo pagare il minimo dovuto a lunga scadenza, cercando soluzioni percorribili legalmente con pareri “pro veritate” evitando di fare discriminazioni con coloro i quali hanno la coscienza tranquilla.
Certo non esistono anime candide, ma a volte nello sguardo degli umili ci sono paure e speranze che si assomigliano, pur vivendo costoro nei confini dell’ombra, lontani dai giganti del pensierino.
Massimiliano Fattori
Bolzano Vicentino