29-09-2009

Ingannata con la magia Violentata una ragazza
In cella imbianchino di Chiuppano, accusato di stuprarla da un anno, e uno psichiatra che avrebbe abusato di lei

Per un anno ha violentato una ragazzina dopo averla circuita spacciandosi per stregone. L’ha indotta ad avere con lui decine di rapporti sessuali, inseriti in un folle contesto di riti satanici per allontanare quel male che si era già portato via suo padre. È questa l’accusa per cui la polizia ha ammanettato un imbianchino di Chiuppano, Valentino Giacomello, 44 anni. Sabato aveva convinto la ragazza a sottoporsi ad una sorta di visita ginecologica da manuale di magia nera compiuta da uno psichiatra veronese, il professor Roberto Fiorio, 58 anni, dirigente medico del centro di igiene mentale della clinica di Marzana. Il blitz della polizia, durante la “visita”, ha permesso di arrestare anche il professionista, noto nel mondo accademico per alcune pubblicazioni universitarie.
La prima fase della delicata indagine della squadra mobile della questura si è conclusa nella notte fra sabato e domenica a Verona, nello studio del medico. Fiorio è stato arrestato in flagranza con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di minorenne (anche se per lui la ragazza aveva 20 anni), compiuta traendola in inganno sulla sua professione: non era un ginecologo, ma uno psichiatra. Assistito dall’avv. Lucio Zarantonello, nei giorni prossimi sarà interrogato e potrà difendersi. Ancora più gravi le accuse a carico di Giacomello, sul quale pendeva un’ordinanza di custodia cautelare sollecitata dal pm Giorgio Falcone e firmata in tempi brevissimi dal giudice Agatella Giuffrida: violenza sessuale su minorenne, abusando delle condizioni di inferiorità psichica della giovane, e diffusione di materiale pedopornografico, visto che ha fatto circolare su internet le foto di lei durante rapporti sessuali. Difeso dall’avv. Flavio Pana, sarà interrogato stamattina.
Ed era stato proprio su internet che Sabrina (il nome è di fantasia) e Giacomello si erano conosciuti, un anno fa. Lei, che vive in città, studia ragioneria, ha 16 anni e in passato aveva perso il padre, era incuriosita dalla magia bianca e lo aveva conosciuto su un netlog. I due si erano scambiati i numeri di telefono ed avevano iniziato ad incontrarsi, all’oscuro della mamma di Sabrina che pensava andasse a trovare un’amica.
Nel corso di questi mesi, in base a quanto ricostruito dai detective guidati dal vicequestore Michele Marchese, Giacomello l’avrebbe plasmata a suo piacimento. L’avrebbe introdotta nel mondo dei riti satanici, presentando se stesso come l’incarnazione di tre spiriti-demoni: Satyricon, Edon e Triton, che rappresentavano sesso, bellezza e saggezza. «Bisogna seguire le loro indicazioni per vincere il male, che già si è preso tuo padre e ora potrebbe prendersi te». Così, con il contorno di teschi, candele e carte, avrebbe avuto con lei i primi rapporti sessuali. Non solo: un po’ alla volta le avrebbe condizionato l’esistenza, imponendole un protocollo di comportamenti a casa, a scuola, con la madre. E costringendola ad un’attività sessuale da pornostar. Il tutto per seguire i dettami di una sorta di “rito di iniziazione”, nel quale lei era sempre più coinvolta.
A scoprire questo rapporto perverso è stato uno psicologo dell’Ulss, che seguiva madre e figlia dopo la morte del padre. Ha compreso che qualcosa non tornava e quando nella camera di Sabrina sono comparsi un candelabro e un foglio di ordini folli, gli appunti per la settimana, si è rivolto direttamente in procura.
A quel punto i poliziotti della seconda sezione della mobile hanno iniziato a scandagliare la vita di Giacomello. Le intercettazioni – telefoniche, ambientali e delle e-mail – hanno consentito di scoprire i contorni di quel rapporto malato. Lui la fotografava in tutte le pose, facendo circolare quegli scatti.
Fino a quando, la settimana scorsa, lui non si è rivolto al professor Fiorio chiedendo una visita ginecologica. Quale fosse il rapporto fra i due adulti al momento non è emerso; ma di certo l’imbianchino ha spiegato al medico, attraverso internet, come doveva essere articolata la visita, che aveva caratteristiche ben diverse rispetto a quelle di un comune rapporto ginecologo-paziente. I poliziotti hanno compreso che era necessario intervenire; quando hanno fatto irruzione nello studio, Sabrina era nuda. Sono scattate le manette. Lei è scoppiata a piangere, comprendendo, almeno in parte, in quale follia era stata costretta a vivere per un anno.