Sarà düra: NO TVA

E anche questa è andata, cento/dugento mila amici hanno sfilato con noi e i tempi sono maturi per sbrodolarci nel nostro successo clamoroso.

E allora, se il sole che c'era, la brezza primaverile, i colori e i sorrisi, la musica, la fiera e dolce spossatezza, le risa e l'ironia sono state tutte cose approssimabili al primo tenero amplesso di un grande amore, anche chi in vita sua non ha mai comprato un pacchetto di sigarette, dopo siffatta memorabile prestazione¹, se ne accende dieci contemporaneamente all'udire certi aneddoti.

Penso ai giornalisti  del canale locale Tva, che con sbrolliniana posa vittimistica denunciano le inumane sorti subite, gli attentati alla loro libera informazione: la caterva di insulti ricevuti durante il corteo dalla gente che hanno infamato mezzo stampa per due mesi.

Penso all'inviata di Studio Aperto, il cinegiornale che venerdì ha aperto l'edizione serale col titolo "Paura a Vicenza per la manifestazione antiamericana, in arrivo migliaia di blecbloc da tutta Europa". Dopo essersi aggirata per ore in cerca di fantocci israeliani dati alle fiamme pare si sia seduta esausta ed abbia comunicato alla redazione: "solo qualche bivacco". Lei e il cameraman.

Penso al titolo di Libero: 10000 idioti. Mai fare i conti senza noi ostinati.

Penso alla faccia da topo di Amato, il quale, chiamato in causa sull'opportunità di chiedere scusa in seguito alla sua colossale figura di merda, dichiara che l'esistenza del rischio era dimostrata dalla presenza del famoso striscione.

Eh, sì, dopo una manifestazione dove c'era un cartello per metro quadro, si dibatte in ogni angolo della nazione su uno striscione che è stato rimosso dopo due metri.

Sono cresciuto nella convinzione pessimistica che l'esistenza di un apparato osmotico di comunicazione di massa condanni il primo mondo ad un letargo della ragione, che annichilisce la verità con la filodiffusione di calunnia. Ritratto tale teoresi, sconvolto dalla povertà intellettuale del potere.

Ce la possiamo fare!!! 

 


(¹): non me ne abbiano a male i femministi per il parallelismo, penso che renda l'idea.

 

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