I Nomadi

Il furto a Monte Berico, poi la fuga. Per scappare alla pattuglia dei vigili urbani tre nomadi hanno speronato l’auto della polizia locale e hanno puntato contro gli
agenti una pistola. Un vigile ha fatto fuoco, mandando in frantumi il
lunotto posteriore della vettura dei malviventi. I tre sono riusciti a
dileguarsi. Uno di loro, un giovane di 25 anni accampato in via Cricoli
con una sfilza di precedenti, è stato catturato lungo il Bacchiglione
dopo una vasta battuta di polizia e carabinieri. Il sindaco Variati
promette: "Nomadi? cacceremo chi delinque". Per poi riaddolcire il proprio fare da sceriffo aggiungendo, sistemandosi il cappello da texano di una taglia più grande: "E poi, da quando non canta più Augusto Daolio, non sono più gli stessi".

Il vigile dal grilletto facile ha, invece, rilasciato una dichiarazione di dubbio gusto ai microfoni di TVA Vicenza: "che colpa ne ho se il cuore è uno zingaro e va". 

14 commenti

  1. Nomadi che cercano gli angoli della tranquillità
    nelle nebbie del nord e nei tumulti delle civiltà
    tra i chiari scuri e la monotonia
    dei giorni che passano
    camminatore che vai
    cercando la pace al crepuscolo
    la troverai
    alla fine della strada.
    Lungo il transito dell’apparente dualità
    la pioggia di settembre
    risveglia i vuoti della mia stanza
    ed i lamenti della solitudine
    si prolungano
    come uno straniero non sento legami di sentimento.
    E me ne andrò
    dalle città
    nell’attesa del risveglio.
    I viandanti vanno in cerca di ospitalità
    nei villaggi assolati
    e nei bassifondi dell’immensità
    e si addormentano sopra i guanciali della terra
    forestiero che cerchi la dimensione insondabile.
    La troverai, fuori città
    alla fine della strada.

  2. Zingaro voglio vivere come te
    andare dove mi pare non come me
    e quando trovi uno spiazzo nella citt?
    montare la giostra e il disco di un anno f?.

    Zingaro senti l’ossido di che sa
    attento a non ammalarti di civilt?
    tua moglie col parrucchiere ? quel che vuoi
    la scuola ti ruba i figli e non son pi? tuoi.

    Zingaro dente d’oro dell’Ungheria
    un piatto dei tuoi fagioli che vuoi che sia
    la notte io dormo al fuoco se tocca a me
    ma zingaro voglio vivere come te
    abito l? ma vengo via
    costa un’enormit? e poi non c’? pi? poesia
    lei su di me pesa di pi?
    di tutta la neve che negli anni avrai visto tu.

    Zingaro voglio vivere come te
    oh zingaro voglio vivere come te
    oh zingaro voglio vivere come te
    oh zingaro voglio vivere come te

    Zingaro quel seno al lunaparK
    e quello era il tiro a segno agli occhi miei
    mia madre diceva zingaro finirai
    e adesso che sono zingaro e ha vinto lei.
    Sento che va sento che va
    delle frittelle il fumo ecco la libert?.
    Vento che va vento che va
    non sono una ferrari eppure sento che va.

    Va Va Va Va Van.
    Amico mio amico Dio
    dimmi la verit? il pazzo sono io
    che amo di pi? che ho i nervi gi?
    Pi? guardo verso il cielo e pi? mi sento solo.

    Zingaro voglio vivere come te
    oh zingaro voglio vivere come te
    oh zingaro voglio vivere come te
    oh zingaro voglio vivere come te

    Zingaro voglio vivere come te
    andare dove mi pare non come me
    e quando trovi uno spiazzo nella citt?
    montare la giostra e il disco di un anno f?
    Sento che va sento che va
    delle frittelle il fumo ecco la libert?.
    Amico mio amico Dio
    dimmi la verit? il pazzo sono io
    che amo di pi? che ho i nervi gi?
    Pi? guardo verso il cielo e pi? mi sento solo
    Vento che va vento che va
    lai la la la la la.

    Va Va Va Va Va Van

  3. Nomadi che cercano gli angoli della tranquillità
    nelle nebbie del nord e nei tumulti delle civiltà
    tra i chiari scuri e la monotonia
    dei giorni che passano
    camminatore che vai
    cercando la pace al crepuscolo
    la troverai
    alla fine della strada.
    Lungo il transito dell’apparente dualità
    la pioggia di settembre
    risveglia i vuoti della mia stanza
    ed i lamenti della solitudine
    si prolungano
    come uno straniero non sento legami di sentimento.
    E me ne andrò
    dalle città
    nell’attesa del risveglio.
    I viandanti vanno in cerca di ospitalità
    nei villaggi assolati
    e nei bassifondi dell’immensità
    e si addormentano sopra i guanciali della terra
    forestiero che cerchi la dimensione insondabile.
    La troverai, fuori città
    alla fine della strada.

  4. Chiudete le finestre sbarrate le persiane
    pericolo in città di nuovo queste carovane
    nomadi gitani con abiti sfarzosi
    si nota a prima vista che son pericolosi
    cara io vado dai vicini
    tu chiudi con la chiave e porta su i bambini
    se fanno i capricciosi e non vogliono dormire
    racconta che gli zingari li vengono a rapire!

    Cultura millenaria usanze e tradizioni
    e non soltanto giostre furti o baracconi
    la grande maggioranza non sa che stiam parlando
    di gente che ha deciso di vivere viaggiando
    ma noi adoratori di proprietà e lavoro
    vediam la vita da dietro un paraocchi
    pur di evitare di comprendere la loro!

    Conseguenza fu la deportazione
    la violenza la gran persecuzione
    le bottiglie lanciate nella notte
    molti roghi, nessuno se ne fotte

    Girovagando per il mondo
    aprendo buchi in una rete che trascina a fondo
    chi pensa che…
    girovagare per il mondo
    restare in movimento non puo’ che fare rabbia
    a chi si sente in gabbia!

    Ma vince la paura di averli qua vicino
    che saltino le mura entrando nel giardino
    la classica trovata per questo malcontento
    è far come John Wayne,bruciar l’accampamento
    però a differenza degli indiani con i cow-boy
    qui non c’è hollywood con la sua cinepresa
    nè la speranza di vederli come eroi!

    Conseguenza fu la deportazione
    la violenza la gran persecuzione
    le bottiglie lanciate nella notte
    molti roghi, nessuno se ne fotte

    Girovagando per il mondo
    aprendo buchi in una rete che trascina a fondo
    chi pensa che…
    girovagare per il mondo
    restare in movimento non puo’ che fare rabbia
    a chi si sente in gabbia!

  5. Come potete giudicar
    come potete condannar
    chi vi credete che noi siam
    per i capelli che portiamo
    facciamo così perché crediamo
    in ogni cosa che facciamo
    e se vi fermaste un po’ a guardar
    con noi parlar
    v’accorgereste certo che
    non abbiamo fatto male mai.

  6. Ho visto deglizingari felici (Conclusione )

    Siamo noi a far ricca la terra
    noi che sopportiamo
    la malattia del sonno e la malaria
    noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano,
    noi piantiamo il mais
    su tutto l’altopiano.
    Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane,
    le nostre braccia arrivano
    ogni giorno più lontane.
    Da noi vengono i tesori alla terra carpiti,
    con che poi tutti gli altri
    restano favoriti.

    E siamo noi a far bella la luna
    con la nostra vita
    coperta di stracci e di sassi di vetro.
    Quella vita che gli altri ci respingono indietro
    come un insulto,
    come un ragno nella stanza.
    Ma riprendiamola un mano, riprendiamola intera,
    riprendiamoci la vita,
    la terra, la luna e l’abbondanza.

    E’ vero che non ci capiamo
    che non parliamo mai
    in due la stessa lingua,
    e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero
    che abbiamo tanto da fare
    e che non facciamo mai niente.
    E’ vero che spesso la strada ci sembra un inferno
    o una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
    dove non riconosciamo mai i nostri fratelli.
    E’ vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
    che odiamo tutte le nostre donne
    e tutti i nostri amici.

    Ma ho visto anche degli zingari felici
    corrersi dietro, far l’amore
    e rotolarsi per terra.
    Ho visto anche degli zingari felici
    in Piazza Maggiore
    ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
    Ma ho visto anche degli zingari felici
    corrersi dietro, far l’amore
    e rotolarsi per terra.
    Ho visto anche degli zingari felici
    in Piazza Maggiore
    ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.

  7. Ho visto anche degli zingari felici (introduzione)

    E’ vero che dalle finestre
    non riusciamo a vedere la luce
    perché la notte vince sempre sul giorno
    e la notte sangue non ne produce,
    è vero che la nostra aria
    diventa sempre più ragazzina
    e si fa correre dietro
    lungo le strade senza uscita,
    è vero che non riusciamo a parlare
    e che parliamo sempre troppo.

    E’ vero che sputiamo per terra
    quando vediamo passare un gobbo,
    un tredici o un ubriaco
    o quando non vogliamo incrinare
    il meraviglioso equilibrio
    di un’obesità senza fine,
    di una felicità senza peso.
    E’ vero che non vogliamo pagare
    la colpa di non avere colpe
    e che preferiamo morire
    piuttosto che abbassare la faccia, è vero
    cerchiamo l’amore sempre
    nelle braccia sbagliate.

    E’ vero che non vogliamo cambiare
    il nostro inverno in estate,
    è vero che i poeti ci fanno paura
    perché i poeti accarezzano troppo le gobbe,
    amano l’odore delle armi
    e odiano la fine della giornata.
    Perché i poeti aprono sempre la loro finestra
    anche se noi diciamo che è
    una finestra sbagliata.

    E’ vero che non ci capiamo,
    che non parliamo mai
    in due la stessa lingua,
    e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero
    che abbiamo tanto da fare
    e non facciamo mai niente.
    E’ vero che spesso la strada ci sembra un inferno
    e una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
    dove non riconosciamo mai i nostri fratelli,
    è vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
    che odiamo tutte le nostre donne
    e tutti i nostri amici.

    Ma ho visto anche degli zingari felici
    corrersi dietro, far l’amore
    e rotolarsi per terra,
    ho visto anche degli zingari felici
    in Piazza Maggiore
    ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.

    Ma ho visto anche degli zingari felici
    corrersi dietro, far l’amore
    e rotolarsi per terra,
    ho visto anche degli zingari felici
    in Piazza Maggiore
    ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.

  8. Prendi questa mano,
    zingara,
    dimmi pure che destino avrò
    parla del mio amore,
    io non ho paura
    perché
    lo so
    che ormai
    non m’appartiene.

    Guarda nei miei occhi,
    zingara
    vedi l’oro dei capelli suoi.
    Dimmi se ricambia
    parte del mio amore,
    devi dirlo
    questo
    tocca a te.

    Ma se e’ scritto che
    lo perderò,
    come neve al sole
    si scioglierà
    un amore.

    Prendi questa mano,
    zingara

    (strumentale)

    Ma se e’ scritto che
    lo perderò,
    come neve al sole
    si scioglierà
    un amore.

    Prendi questa mano,
    zingara,
    leggi pure che destino avrò
    Dimmi che mi ama,
    dammi la speranza,
    solo questo
    conta
    ormai per me.

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