Eroi dei nostri tempi

I malviventi nella serata di sabato hanno colpito nell’abitazione del parroco di S. Felice e Fortunato

Ladri acrobati in canonica durante la veglia pasquale

Rubato danaro contante e il Rolex dell’arciprete Hanno raggiunto il poggiolo salendo dalla grondaia

Il complesso della parrocchia di S. Felice e Fortunato, lungo l’omonima via in città
Il sacerdote è impegnato nella veglia pasquale per annunciare ai fedeli la gioia di Gesù risorto e i ladri ne approfittano e entrano in canonica per fare razzia.
È quanto accaduto nella tarda serata di sabato nella parrocchia di S. Felice e Fortunato, in città: una banda di ladri acrobati è riuscita a raggiungere l’appartamento dove abita don Bartolo, che da qualche mese è parroco di S. Felice in sostituzione di don Mario. Il sacerdote, alle 21, aveva iniziato la veglia di Pasqua e quando la cerimonia si è conclusa è stato avvisato della visita sgradita in casa. Dopo aver compiuto un primo sopralluogo, fra gli impegni della Pasqua, ha avvisato la polizia che domenica ha effettuato un lungo sopralluogo. Con le volanti sono intervenuti anche gli agenti della scientifica che hanno cercato tracce e impronte utili, ed hanno ipotizzato il modus operandi dei malviventi.
In base a quanto è stato possibile ricostruire, i ladri sono saliti prima su un tetto e da lì hanno raggiunto, arrampicandosi su una grondaia, il poggiolo dell’appartamento dove abita il parroco, che sorge nella palazzina al civico 219 del complesso che sorge lungo via S. Felice. Tutto era chiuso a chiave tranne una porta che dà sul terrazzino, che era socchiusa; d’altronde, chiunque l’avrebbe immaginata irraggiungibile. Sono entrati da lì e una volta in casa hanno rovistato ovunque, mettendo a soqquadro armadi e cassetti. Da quanto è emerso, cercavano soldi e oggetti di valore e hanno trovato qualche centinaio di euro in contanti e soprattutto l’orologio Rolex di proprietà del sacerdote, che l’aveva ricevuto in regalo. Il bottino complessivo non è ancora stato stimato nel dettaglio.
Altrettanto complesso, per i banditi, è stato scappare: potrebbero essere scesi su un cortiletto interno, e da lì poi avrebbero trovato la via di fuga. Hanno rischiato molto, perché la zona è visibile e di fedeli in giro ce n’erano parecchi.
Don Bartolo, comprensibilmente seccato perché i malviventi hanno violato l’intimità della sua casa, ha raccontato deluso quanto era accaduto ai fedeli che hanno partecipato alle cerimonie pasquali di domenica. Ha anche ricordato come purtroppo siano numerose le parrocchie e le canoniche della diocesi vicentina che ricevono le visite sgradite dei ladri, i quali dimostrano di non avere nessun rispetto, nemmeno per le persone – come i sacerdoti – che dedicano la loro vita agli altri. Un altro furto che aveva provocato non poco clamore era quello della corona della Madonna a Monte Berico. È possibile, fra l’altro, che gli stessi che hanno colpito a S. Felice siano fra coloro che hanno bussato in passato alla porta della canonica magari a chiedere un aiuto in momenti di difficoltà: lo fa ipotizzare il fatto che sapevano bene dove andare a cercare, ed hanno localizzato il poggiolo giusto quando erano certi che il sacerdote non fosse presente.
Fra l’altro, infatti, don Bartolo – che oggi si recherà in questura per formalizzare la denuncia – ha spiegato che fra le tantissime persone che gli hanno chiesto, nella giornata di sabato, a che ora iniziava la veglia, ce n’era stata una che, singolarmente, gli aveva chiesto a che ora finiva la messa. «Lì per lì non ci ho dato peso, ma poi ho compreso la stranezza di quella domanda». L’ipotesi è che i malviventi volessero essere certi di non trovare nessuno nell’appartamento: il furto è stato certo pianificato nel dettaglio, magari da qualche tempo. La polizia ora sta dando la caccia alla banda: il colpo ha destato viva preoccupazione fra i residenti del quartiere, affezionati alla parrocchia e a don Bartolo.

D. N.

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