Rotatorie, Cicero presenta il nuovo piano per la viabilità

1 commento

  1. 1.Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
    2.Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra guida.
    3.Il codice della strada esaltò, fino ad oggi, il semaforo pensoso, l’attesa e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, la frizione consumata, il sorpasso di corsa, l’incidente mortale, lo schiaffo e il pugno.
    4.Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa con carene cromate che fendono il vento schiaffeggiandolo… un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della compostezza palladiana.
    5.Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta aggredisce e perfora la rotatoria, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della nuova era.
    6.Bisogna che il pilota si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
    7.Non v’è più bellezza se non nella competizione. Nessuna guida che non abbia un carattere sportivo può essere un capolavoro. Il guidare deve essere concepito come un violento attacco alla lentezza pedonale e al bieco salutismo ciclista, per ridurli a prostrarsi davanti a noi.
    8.Noi siamo alla guida della modernità!…Perché dovremmo guardare gli specchietti, se vogliamo tracciare sull’asfalto le nuove geometrie dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’abitacolo, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
    9.Noi vogliamo glorificare la benzina – sola igiene del mondo – il gran premio, il rombo assordante dei motori, il gesto distruttore dello sgommare, le belle auto in cui si muore e il disprezzo della donna al volante.
    10.Noi vogliamo distruggere i semafori, le strisce pedonali, le scuole guida, le motorizzazioni civili di ogni specie e combattere contro, il ciclismo, l’ambientalismo e contro ogni viltà.
    11.Noi canteremo le grandi corse agitate dall’ebbrezza, dal piacere o dalla follia: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle automobili nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno dei pirati della strada e le statali, incendiate da violente lune elettriche; le stazioni di servizio ingorde, ristoratrici di potenza; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l’orizzonte, e le automobili dall’ampio petto, che scalpitano sulle strade, come enormi cavalli d’acciaio al galoppo, e l’impatto scivolante sulle rotatorie, la cui concentricità diviene carne e teatro di scontro e sopraffazione. E’ da Vicenza che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il ROTATORISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di vigili, uomini in cappello, lavavetri e antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli semafori che la coprono tutta di ingorghi.

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