Bowling for Ederle

Il ghigno di Jack Nicholson balugina dalla sfilza di schermi tv allineati sopra la maxi pista da bowling con 16 linee. Da queste parti con il bowling non si scherza: più che uno sport, è una religione. Alla “Ederle 1”, come qualcuno chiama con ironia la caserma di viale della Pace dopo l’esplosione del caso Dal Molin, la garrison statunitense ha inaugurato il nuovo centro dei divertimenti.

L’hanno battezzata “Arena”, perché il colosseo scaligero è uno dei monumenti più visitat dai soldati Usa e dalle loro famiglie e perché è un nome che tutti memorizzano al volo. L’Arena è stata costruita in due anni e mezzo. Come spiegano il colonnello italiano Aldo Rando e il responsabile delle relazioni pubbliche della guarnigione americana Jon Fleshman, l’edificio è costato 15 milioni di dollari, più o meno 12 milioni dieuro. L’appalto era stato assegnato alla ditta vicentina Maltauro.
Al piano terra, oltre al bowling, c’è una batteria di postazioni riservate a internet e viedogames. E poi c’è l’immancabile fast-food, assai frequentato a tutte le ore dai marcantoni in mimetica.
Al piano superiore, invece, c’è una sala relax, con ristorante, e un piccolo casinò, con terrazza e vista sul campo di atletica. In questo palazzone è stato ospitato il meeting con i sindaci vicentini voluto dalla Setaf per approfondire le relazioni con la realtà vicentina e per delineare lo spirito del bando di gara per la realizzazione di oltre 200 villette a non più di mezz’ora dalla Ederle.

(nella foto: il Generale William Garrett III ritratto durante l’inaugurazione del bowling mentre ragiona a bocce ferme).

 

2 commenti

  1. Egregio direttore,

    Avrei voluto vedere il ghigno di Jack Nicholson baluginare dalla sfilza di schermi tv allineati sopra la maxi pista da bowling con 16 linee alla “Ederle 1” ma non ho potuto farlo. L’accesso all’inaugurazione del bowling in viale della Pace non era, infatti, aperto ai vicentini.

    Trovo poco elegante da parte di qualsiasi gestore di locale rivendicare le proprie strategie di marketing senza che queste siano il frutto di intuizioni sorprendenti. Cosicchè l’affermare la propria scelta di ribattezzare il proprio locale “Arena” perchè il colosseo scaligero è uno dei monumenti più visitati dai soldati Usa e dalle loro famiglie e perché è un nome che tutti memorizzano al volo, suona a dir poco banale. Come lo sarebbe aprire una profumeria dal nome vagamente francese o inaugurare una pizzeria a Springfield chiamandola “Bella Napoli” pur essendo consci delle proprie lontane origini cimbre. Ma sono scivoloni che si possono perdonare.

    Non è, invece, una caduta di stile di scarso rilievo non aver pensato di invitare i vicentini al vernissage del locale e precluder loro con grande probabilità l’utilizzo delle 16 piste da bowling se non in occasione del tradizionale 4 Luglio. Come se il comune di Vicenza consentisse la visita del Teatro Olimpico ad un soldato della Setaf soltanto il 4 novembre o, ancor peggio, se questi non potessero uscire dalle mura della Ederle se non il 25 aprile.

    Considerato che poco meno di una settimana fa sindaci ed assessori della provincia di Vicenza si sono prodigati nell’affettare porchetta e servire polenta calda in nome dell’integrazione culturale, trovo quantomeno sgarbato non ricambiare lo spassionato affetto che la comunità locale prova per averla liberata da un’orrendo totalitarismo, nonché la pacifica cinquantennale convivenza, con l’apertura della pista da bowling alla cittadinanza.

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